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Feel European

Daremo per scontato che i lettori sappiano cos’è l’Unione Europea, non faremo un excursus storico della sua creazione perché non è il luogo adatto (sapete, comunque, che Wikipedia è a disposizione).

Vorremmo concentrarci, perciò, sul significato dell’essere cittadini europei.

Innanzitutto: cos’è la cittadinanza europea?

È una cittadinanza parallela e associata a quella che ciascuno di noi guadagna per nascita, che dipende dallo Stato in cui, appunto, nasce. Chiunque nasce in uno dei 27 Stati membri dell’UE e diventa cittadino di quello Stato, ottiene anche la cittadinanza europea, in automatico. Come ogni tipo di cittadinanza, comporta responsabilità e diritti, sanciti dal diritto europeo.

Rispetto alla cittadinanza nazionale, quella europea ti arricchisce di diritti e responsabilità extra, in realtà. Tra i quali troviamo: la libera circolazione nell’UE, il diritto a poter vivere in qualunque Stato membro, partecipare alla vita politica dell’UE, presentare petizioni e reclami direttamente alle Istituzioni europee senza passare per i tuoi rappresentanti politici, protezione consolare di qualsiasi Stato Membro in zone dove non esiste un’ambasciata o consolato del tuo Stato d’origine.

E scusate se è poco.

Dire che la cittadinanza europea fa comodo solo quando si viaggia perché non ci sono confini e non c’è più l’obbligo di viaggiare col passaporto attraverso le dogane, è decisamente riduttivo.

L’UE è dappertutto, anche in incognito. “Ha mani in pasta” in qualunque settore della vita: dalla scuola all’edilizia, dalla cultura e pianificazione sociale all’ambiente e dà anche indicazioni ai pescatori su come e quanto pescare nei mari comuni per non danneggiare la biodiversità (tutto vero, e se pensate che sia banale, ripensate al danno che deriva dalla somma di tante piccole azioni intraprese con noncuranza o disinteresse).

Giovani per l’UE

Cosa fa per i giovani l’Unione Europea?

La risposta è: so very much.

L’Unione Europea ha molto a cuore i propri cittadini più giovani. Forse proprio perché i giovani, come dicevamo poco sopra, nascono già cittadini europei e sulle loro necessità l’UE ha investito moltissimo, nel nome dell’inclusività.

Dai tempi del super-famoso progetto Erasmus, l’UE si è lasciata andare ad impeti creativi per non escludere neanche un singolo giovane. I progetti dedicati sono facili da trovare, quasi tutti iniziano col prefisso “Youth –“, non si può sbagliare.

Giovani, volete viaggiare? Fate l’interrail, e se siete appena maggiorenni, è ancora più conveniente.

Volete studiare all’estero? Potete farlo già alle superiori, senza dover aspettare di andare all’università. Vale anche per chi fa istituti professionali.

Sapete parlare tante lingue o avete tante competenze che volete certificare? Usate il Common European Framework of Reference for Languages oppure l’European Qualifications Framework per esser sicuri che chiunque capisca cosa sapete fare.

Volete lavorare all’estero? Andate dove volete, non ci sono problemi, i vostri titoli di studio valgono ovunque e non perdono valore.

Volete rimanere nel vostro Stato membro ma faticate a trovare un’occupazione? Niente panico, potete iniziare percorsi di reinserimento lavorativo o tirocini extra-curricolari sponsorizzati dall’UE.

Volete dar vita o partecipare a progetti sociali, creativi, per il benessere del vostro territorio o di una comunità all’estero? Presentate all’UE un progetto che volete realizzare oppure entrate nel Corpo di Solidarietà europeo. Mettetevi in gioco e fatevi sentire.

The EU is all ears.

Perdonateci se abbiamo dimenticato di citare altri progetti o iniziative. Venite a parlarcene in Radio(azione).

Scriveteci all’indirizzo info@radioazione.com e tenetevi connessi al blog!